La storia |
Un giorno impareremo pure noi, come hanno fatto tutte le altre creature che popolano il mondo, ad accontentarci della vita. Sarà l'Ultimo ideale, reso ancora più grande da tutti gli altri che avrà inglobato dentro di sè. E quando sapremo viverlo, scopriremo che esso è sufficiente, e in ogni caso, meno ingannevole, della maggior parte degli altri. - Maurice Maeterlinck
Quella di Roberto e Vittoria è la storia di un passato. Un passato soltanto. Quella di Roberto e Vittoria è la storia di un sogno. Un sogno preciso. Quella di Roberto e Vittoria è la storia di un rimpianto. Un rimpianto stupido. E poi è la storia di un foglio, che dovrebbe essere bianco e invece è tutto scarabocchiato. È la storia di un pesce, che è innamorato pazzo delle stelle. È la storia di un paio di ciabatte diverse e di metropolitane zeppe di gente. Di un accappatoio che asciuga la malinconia e di un faro, spento, di un porticciolo abbandonato. E poi è la storia di un paio di stivali lilla, confusi nella folla, e di cellulari sbattuti a terra per la rabbia.
Quanto si può mantenere in vita una passione? Quanto potrà restare in piedi un’emozione presa d’assedio come certe rocche fortificate del medioevo? Quale durata è pensabile per un sentimento? Per un amore? Per un’amicizia? Per una vita? Quanto tempo abbiamo a disposizione per gestirci gli ambiti del cuore? Se abbiamo sfortuna bricioli di tempo appena. Se siamo fortunati, invece, abbiamo molto tempo, magari moltissimo. Non per sempre, però. Non per sempre. |