Finestre aperte
Le finestre sono aperte sempre su un panorama.
Eppure certe volte ti affacci e non capisci cosa ci fa una finestra proprio lì, che non c’è niente da vedere. Che non ci sono prati fioriti, che non ci sono paesaggi, monumenti, che non ci sono ricordi. Cosa ci fa una finestra aperta davanti al niente?
Più o meno accade questo certe volte nel cuore. Ti ci affacci e vedi che non c’è nulla da vedere. Ti senti vuoto, sfiancato, disperatamente stanco tanto da non aver neppure la forza di piangere. La vita, gli impegni, lo stress, fare fare fare, ti portano via anche i paesaggi che hai dentro. Fare per essere, o fare per fare e basta? E fare per essere cosa? Perchè spesso capita che si pensi che basta fare mille cose per essere qualcuno, mentre farne senza senno è l’inizio per non essere proprio nessuno.
E allora, di fronte al niente, rientri dentro, chiudi quella finestra, ti siedi su una di quelle sedie a dondolo che nel cuore c’è sempre e pensi. A cosa non importa, perchè in quel momento l’importante è ritemprarsi, riposare cuore e fiato, riprendere i ritmi semplici che la quotidianità ti porta a non avere. La quotidianità prima ti spinge a correre a perdifiato, facendoti dimenticare persino il senso di quella corsa, persino la meta, poi quando non ce la fai più ti compatisce. Occorre capire che il tempo, il tempo vero di un’esistenza, è il tempo dei battiti del nostro cuore, delle cose che ci emozionano, delle parole e degli abbracci delle persone che amiamo. E vivere per quello. Il resto probabilmente è solo necessario, non essenziale.
Ora sono a finestre chiuse. Dondolo. Mi chiedo perchè si deve arrivare al punto di rischiare la salute per vivere. Bel controsenso. Rincorrere impegni ogni giorno fino allo stremo, per vivere come? Non si vive rincorrendo, si vive con la calma che della vita è la peculiarità fondamentale. Si vive anche di sorrisi e serate fresche, di abbracci, di tempo sprecato. Di tempo sprecato. Già, così ci sembra il tempo dedicato a noi stessi, certe volte. Che idiozia. Si vive di quella benedetta noia che la società di oggi ha voluto azzerare. Chi si annoia è perduto, vogliono farci credere. In realtà la noia è fertile, feconda, porta alla creazione, alla vita, alla riflessione.
Ora sono a finestre chiuse. Dondolo. Sto aspettando che questo dondolìo mi dia quella sensazione di pace e serenità che la vita fa dimenticare. Perchè viviamo nell’ambizione di una serenità che la vita fa dimenticare? Maledizione. La vita dovrebbe essere serena e non solo non lo è, ma nemmeno ci da i mezzi per poterlo essere in futuro.
Bevo un succo di arancia. Aspetto la sensazione di pace per la quale ho chiuso la finestra, mi sono seduto e dondolo. La pace c’è quando ci si disarma, quando ci si spoglia di divise diverse, quando si staccano radar e i bombardieri sono negli hangar. Il resto è diffidenza.
E io forse sono solo diffidente verso la vita. Credo sia il caso di cambiare registro, cambiare ritmi, cambiare quasi tutto, a parte parentesi di felicità e di persone che sono state le radici che ci hanno tenuto ancorati alla vita che corre corre e corre.
Ora sono a finestre chiuse. Dondolo ancora. Il cuore riprende un battito regolare. Ne avevo bisogno. Quanto ancora si può continuare così, ritagliandosi spazi di calma entro la bolgia di una vita? Quanto ancora sarà possibile arrivare al confine delle forze e riposarsi da una guerra quotidiana che non voglio combattere?
Non lo so.
E’ passato tutto. La sensazione più bella, adesso, è che dietro quella finestra chiusa che da sul mio cuore ci sia nuovamente un giardino fiorito.
Roberto