Tempo e povere parole
Molti di noi, alla domanda “Cos’è davvero importante nella vita?”, risponderemmo: il tempo.
Il tempo che è passato, quello che resta, il tempo che accade proprio pensiamo alla risposta a questa domanda. Il tempo. Ciò che ci consentirà o meno di incontrare qualcuno, inseguire qualcosa, pensarla, realizzarla. Già, perchè è la risorsa che tende a dissiparsi più velocemente, e irrimediabilmente. E così decisamente che spaventa non poterne inseguire gli strascichi, ma doverla cavalcare perennemente per sfruttarne al massimo l’eterno galoppo.
Chi scrive non scrive per gli altri. Io non lo faccio. E non me ne vergogno. Gli scrittori, o quelli che ambiscono a diventare qualcosa di simile come me, sono abbastanza egoisti quando fanno quel che amano. Scrivono per pulirsi il cuore, per rivedere sentimenti, per metterli soltanto a fuoco con le lenti sempre adatte della scrittura. Scrivono col sano amore per il raccontare storie, per consegnarle a qualcuno che le sappia cogliere, stendere, stringere. Ma scrivono perché viene da dentro, e trattenerlo è impossibile.
Dal canto mio non ho pretese. Non ho obiettivi concreti. Non ho dignità da immolare a chi mi chiede altro da me, altro da quel che sono, o altro da ciò che voglio restare per sempre, non diventare. Scrivo per me e per chi ha gioia ed emozione nel leggermi, chi non ne ha può criticarmi, se vuole, ci mancherebbe. E può farlo anche su questo sito, negli spazi consentiti. Occorrerebbe però farlo in maniera costruttiva, saggia, quantomeno educata. In fondo le parole dette così, tanto per dire, sono parole povere, parole veramente povere e in questo sito che gestisco con passione e dedizione non c’è davvero spazio per questo. Né per insulti, né per idiozie gratuite, né per cattiverie che non c’entrano nulla con ciò che ho scritto. Roberto aspirante scrittore da una parte, Roberto persona da un’altra, ben distinta, a tenuta stagna.
Scrivo per me e per chi vuole leggere. C’è qualcosa di male in questo? Evidentemente sì.
Ognuno di noi ha un nome e cognome soprattutto per prendersi le responsabilità di ciò che dice, fa e scrive. Chi rinuncia ad agire col suo nome e cognome forse è semplicemente troppo vigliacco, forse lo fa perché è più facile nascondersi che dire io la penso così, forse lo fa perché è il suo migliore passatempo. Sta di fatto che qualcuno, anonimamente, lascia commenti che definire stupidi è riduttivo. Non sono nemmeno offensivi, sono semplicemente idioti. Ora, visto che questo, a dispetto di ciò che, forse, si creda è un sito molto visitato, dispiace che qualche sciocco turbi la fruizione di queste pagine anche a tutti quelli che invece ci si avvicinano con interesse e rispetto. E non hanno mai lasciato un commento magari per pudicizia o semplice paura. Non si può permettere che uno spazio tranquillo e sereno, aperto a tutti, non invasivo e non critico, diventi bersaglio di parole povere. Forse è il tempo delle parole povere, ma questo non sarà il luogo delle parole povere.
Detto questo, concludo dicendo che sono lusingato del fatto che ci sia qualcuno che passa ore sul mio sito a leggermi e commentare. Qualcuno che sfrutti la risorsa più preziosa della vita per scrivere idiozie al sottoscritto. Nemmeno importa che il contenuto di questi commenti sia o non sia piacevole, né che questo qualcuno (tra l’altro rintracciabile molto facilmente, visto che accanto ai commenti appare l’indirizzo IP sempre) sia o non sia intelligente, sensibile o semplicemente non apprezzi quel che scrivo, lo ripugni, lo odi. Secondo me interessa che questo qualcuno passi molto del suo tempo in compagnia di queste pagine elettroniche, e legga tutto quanto, e visiti spesso questo sito, come forse nessun altro. Non posso fare altro che ringraziarlo.
A presto per delle belle notizie,
Roberto 🙂