Parole di ENRICO BEDERTI
Quanti amori giusti si possono annoverare in una vita?
E quanti amori si sono poi rivelati giusto degli amori e non gli amori perfetti che credevamo?
Roberto Pallocca in questo suo romanzetto d’esordio gioca con l’amore e le parole, si diverte a scambiare le posizioni e i significati al fine di suscitare riflessioni sul tema più controverso di sempre: l’amore.
Questo romanzo breve, o racconto lungo che dir si voglia, ha la bevibilità di un bicchiere d’acqua liscia, disseta i pensieri, ristora il cuore inaridito dal vivere quotidiano, e rigenera dalla polverosa abitudine che la vita sia asciutta di emozioni.
Roberto dirige i personaggi del libro con la maestria del veterano e la spontaneità dell’esordiente, sembra di vederlo seduto alla sua scrivania e davanti tutte le fotografie che ritraggono questa storia, a scegliere una sequenza anacronistica degli eventi, a fare la parte del vento che scompiglia le foglie e fa volare i cappelli.
La storia si dipana con questo andamento d’immagini che a metterle insieme una addosso all’altra e a farle scorrere veloce si vedrebbe un film come si fa con i fermo immagine messi in movimento. Roberto ci descrive con dovizia di particolari tutti e tre i suoi personaggi, ci presenta il loro mondo, i loro sogni, le loro fragilità, i loro dubbi e nessuna risposta. Ci si appassiona in questa storia al punto da voler un destino giusto per ognuno dei tre personaggi, perché si finisce per essere dalla parte di tutti e tre, dalla parte degli uomini e delle donne che amano, soffrono, sbagliano, e che non fanno altro che quello che è nelle loro possibilità: vivono.
Roberto gli punta la telecamera addosso, e ce li presenta così come sono, ce li fa guardare mentre piangono, si baciano, vanno a lavoro e soprattutto mentre hanno paura di sbagliare qualcosa che nella vita non sarà mai giusto: l’amore.
Enrico Bederti