Parole di ROBERTA SCARNECCHIA
Non per sempre ragazzi
Ragazzi e ragazze che si fanno uomini e donne qui tra cielo, mare e terra.
Un ragazzo che si fa uomo seduto su una Golf, su una panchina, su un lavoro di appoggio. Una ragazza che si fa donna seduta su un letto, su una sedia, su un lavoro di circostanza.
E intanto il mondo gira intorno, come le rotelle del trolley e le ruote della Golf, gli stivali camminano appaiati e le ciabatte spaiate.
Romanzo coi colori: il ROSSO della lingua, delle ciabatte, delle tende della casa dei sogni; l’AZZURRO del primo asciugamano al mare; il NERO della Golf e della notte; il GIALLO iridescente dei fari, dei lampioni e delle stelle lontane; il LILLA degli stivali nell’ARANCIO non scritto del metrò e quel VERDE, non nominato anch’esso, ma forte nell’immaginario del Parco della Caffarella per noi che Roma la viviamo a cielo aperto. E GRIGIO, che forse indossavano Roberto o Vittoria indosso nelle ultime pagine. Grigie.
Ragazzi in giro che hanno colorato le loro pagine grigie, ragazzi che fanno tenerezza insieme nei loro giri sulla pista.
Fanno tenerezza a chi, come loro, vive ora, a chi sta sognando ancora e a chi ha già vissuto indietro la costruzione di un amore a vent’anni. Tutto in gioco e tutto adesso.
E Roberto e Vittoria lo sanno.
Lo sapevano anche “Fernando Zelante” di “Quando torna”, e Gianni Frestella di “Giusto un amore”, ma nessuno dei due ha preso per mano la lei della storia chiedendo: RIVEDIAMOCI, PERDONAMI, SPOSAMI (forse). Lo sapevano anche “Rossana” e “Cecilia” ma nessuna delle due si è resa conto ce l’Amore e la vita sono percorsi binari che vanno posizionati, battuti e governati in prima persona.
Roberto che si alza da un panchina (chissà se è la stessa di Quando torna) e decide di chiedere di sposare Vittoria. Vittoria che si alza dal letto, fa un dolce in cucina e decide che il BIANCO che vuole ora non è quello di un vestito da sposa, desiderato in un passato ormai svuotato, ma quello di una pagina nuova, bianca stavolta, da regalare al suo presente.
Non può Gianni Frestella chiedere in sposa Therèse: è già sposato. Non può Fernando Zelante chiedere in sposa Rossana: è stata messa su “un treno per l’America senza fermate” per salvarla e lui, ferroviere ripiegato, non si era ancora reso conto che esistesse un marchingegno così micidiale che sposta le vite lontano dopo lo scambio dei binari.
Non può Cecilia liberarsi di tutti: è all’oscuro dei fatti. Non può Rossana liberarsi di tutto: c’è la guerra ed è americana.
Roberto e Vittoria possono. Sono protagonisti consapevoli delle loro vite e del loro amore. Costruiscono i binari e mettono gli scambi, uno prima, uno dopo (forse) e sono presenti. Presenti all’appello di quella possibilità in più che dà il perdono.
Perdono che Roberto chiede “di notte alla sua età”. Perdono che Vittoria guarda valutando la distanza dalle stelle.
Presenti all’appello con la speranza forte nel cuore che tutti i salmoni non dimentichino la strada verso la montagna e riescano a risalire e a deporre le uova al sicuro sotto le stelle: loro come noi, quasi trentenni, non per sempre ragazzi ma for ever young.
Roberta Scarnecchia