Hanno detto,  Non per sempre

Parole di SARA MARTINI

Non per sempre è la durata di tutto…

Chi nel proprio modus vivendi non ha mai collegato per un solo istante e in modo indissolubile parole come eternità, promessa, sacrificio, abbandono, estasi ma anche sofferenza, al sentimento più puro che esista… l’amore, così semplice e così complicato, così scontato nel riceverlo, così timido e fragile nel donarlo, così talvolta banalizzato nella sua essenza, ma talmente grande da sbalordirci sempre, da meravigliarci, da incuterci timore quasi da rimanerne affranti e sconfitti, gioiosi e vittoriosi. La storia di Roberto e Vittoria è la storia di un amore, di ciò che l’amore riserva a chi lo segue, a chi lo cerca, a chi lo anela e a chi si rende conto dopo un percorso di vita vissuta che amore non è più, che amore è stato, che amore cambia, si evolve, che amore ha un tempo. C’è  un tempo per ogni cosa, un tempo per abbracciare, un tempo per separarsi. Sembrerebbe un tema così sfruttato, quello dell’amore, tutti ne parliamo e ne sparliamo sicuri di averlo riconosciuto almeno una volta quando ci ha teso la mano, d’averlo esplorato in tutte le sue sfaccettature, d’averlo vissuto a pieni polmoni in un mondo che osserviamo attraverso un vetro per il timore che la verità ci coinvolga. Dopotutto ognuno di noi sembra misurarsi con la vita e con i doni che essa  mette a disposizione più o meno gratuitamente in modo del tutto personale e arbitrario, tutto sta nello spirito con il quale vengono accolti.Nel suo ultimo intenso romanzo “Non per sempre”, Roberto Pallocca fa dei protagonisti giovani di tutti i giorni, giovani innamorati, giovani alle prime armi con l’università, con l’età adulta, eroi ed eroine dell’esistenza che si confrontano con sentimenti spontanei e naturali, che si mettono in gioco anche sbagliando, che temono l’errore e la sconfitta ma che quasi ci vanno per obbligo verso se stessi, verso la vita che li invita costantemente alla crescita e alla presa di coscienza. Quando un amore finisce dovrebbe finire tutto quanto. Resettarsi. Formattarsi come un pc zeppo di virus. Si dovrebbe poter ripartire da zero, da zero davvero, non tanto per dire. E avere la possibilità di un foglio bianco, senza correzioni o cancellature, per iniziare a raccontare una storia nuova. Ecco il foglio bianco, speranza di un amore che può rivivere, che può rinascere per qualcun altro, amore che prende altre forme, altri sentieri, altre speranze, pagina su cui annotare nuovi sospiri e nuovi battiti. Dopo un lungo periodo insieme fatto di sogni in comune, anche Roberto e Vittoria decidono di continuare a scrivere la propria vita su fogli diversi. Tra i due c’è chi sapeva bene che ad allontanarsi troppo si finisce per non tornare più e che la vita in quel preciso momento spingeva l’altro troppo alla deriva da indurlo a tornare dentro al loro porticciolo franco: l’insoddisfazione di quel rapporto infatti così solido e perfetto da seguire troppo alla lettera i ritmi della quotidianità porta Roberto all’insaputa di Vittoria al tradimento. Seguono separazione, senso di colpa, dolore, delusione, abbandono, abbracci e carezze dal sapore sconosciuto, il sesso confuso con l’amore, l’amore con il sesso, l’inganno verso se stessi e verso chi ci ha accolto dalla disperazione, desiderio di perdonare e di essere perdonati…se per quasi due anni Roberto si porta addosso il senso di colpa e cerca nelle numerose avventure un senso di riscatto per se stesso, Vittoria denudata della sua dignità di donna e compagna, piange lacrime amare, confonde il senso di un amore col senso di una vita, e se Fabio assomiglia al sollievo dopo la tempesta, per lei rappresenta un pallido approdo alla serenità, alla ricerca di sicurezze nonché al desiderio urgente di essere colta ancora come una volta. Talvolta quando si dà troppo di sé, ci si sente svuotati, non rimane più niente per se stessi se non una malinconia profonda e una silenziosa rassegnazione.

Sarà il destino in seguito a far rincontrare i due giovani a distanza di quasi due anni dalla separazione, Roberto in macchina lungo via Tuscolana, Vittoria a piedi qualche minuto dopo aver detto addio a Fabio. Si ritrovano, si perdonano a vicenda amandosi come fosse la prima volta, il legame che si era spezzato si ricompone, tutto sembra avere un senso, anzi più senso ora…ma senso per chi? Senso per un inutile riscatto personale, senso per il senso di colpa, senso per la lontananza, senso per il senso stesso, senso per l’amore che doveva essere e che all’improvviso non è stato più? Già, forse tutto poteva avere un senso fuorché per loro, Roberto e Vittoria e per il loro tempo, quel tempo che una volta li aveva visti camminare sullo stesso sentiero, andare orgogliosi verso la stessa direzione, un tempo che era stato e che ora non poteva tornare più. E’ qui che si svela il significato più intenso e vibrante del romanzo: c’è un tempo per se stessi e un tempo con gli altri, c’è un tempo che unisce e uno che disgiunge, ci sono due persone e un tempo da vivere.

Sara Martini

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