Un momento d’aria
Ora un momento di aria.
Un attimo di respiro. Un istante di riposo. Oggi torno a lavoro (appunto!) e riprendo il corso della mia vita. Nella mente una miriade di idee luminose a tal punto da far sembrare un po’ più buio persino il mondo accanto alla mia mano.
Tanta voglia di fare, tanta voglia di organizzare con passione eventi culturali che coinvolgano tante persone. Quello che ho appreso di rilevante da questa serie di incontri sul mio primo romanzo è che c’è una confusa esigenza di parlare. C’è tanta necessità di confrontarsi, di corrersi addosso, di accarezzarsi le idee. Eppure non si fa altro che parlare, parlare, parlare. Non si altro che aprire la bocca e dire qualcosa, tanto da non ascoltare più.
Nonostante queste voci e queste orecchie atrofizzate, l’eredità che ho ricevuto da questi pomeriggi di Giusto un amore è esattamente questa: dobbiamo parlare.
E poco importa l’argomento, perchè ogni argomento ha bisogno d’esser parlato. Perchè ogni tema ha viscere ancora curiosamente inesplorate. Dobbiamo guardarci gli occhi, senza più bisogno di scatole luminose, o parlanti. Senza bisogno di concetti usurati, o commensali esperti.
Solo con quell’appagatezza incredibile che da l’aver concepito un’idea, averla costruita, averla resa propria. Abbiamo bisogno di parlare. Ed è per questo che ho in mente, per il 2007, di organizzare degli incontri a tema, della serate di lettura, di poesia, di cultura, in cui condividere discorsi, parole, pensieri, opinioni.
Chiunque abbia del tempo da dedicare ad un progetto simile, di cui vi ho esposto solo l’idea embrionale, si faccia vivo!
Grazie,
Roberto
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Vorrei dirti sempre che t’amo
ma non quand’è facile, oppure
le braccia conserte,
si guarda quel muro davanti
si ascolta il rumore,
vorrei lo sapessi, non sono il migliore
Ho un patto con gli anni
cavalco
ho paura
ho da sempre una mano sul petto,
dovesse mai smettere, ascolta,
di battermi il cuore.
R.V.