E i ricordi?
Mi piacerebbe scrivere qualcosa sul ricordo. Ci penso da un po’.
Sulla capacità prettamente umana di ricomporre in mente il passato, deformarlo, incorniciarlo, personalizzarlo. Mi piacerebbe toccare la memoria, carezzarla, metterla a proprio agio davanti a un bicchiere di un buon vino, rosso, appena stappato.
Ascoltarla. In silenzio, quasi religioso. Chiedere cosa resta e cosa si perde nel via vai di immagini e suoni e colori di una vita. Cosa si perde soprattutto, perchè cosa resta già lo so. E vorrei chiederle perchè è così, perchè ha due facce la vita. Quella che vivi e quella che ricordi. Perchè?
E vorrei lentamente entrare nei ricordi. Nella loro coerenza, nel loro impercettibile intrigo di sensazione. Vorrei intuirne la necessità, studiarne la stabilità. Ogni ricordo è un passo che facciamo nella direzione che abbiamo nel cuore, un passo verso dentro.
La memoria parlerebbe ore. Poi mi lascerebbe qualche minuto per fare domande. Giusto qualcuna, così, come le vere star. E non saprei che chiedere, non saprei che dire, non saprei quasi cosa fare, lì. Ma cosa ne è dei ricordi che dimentichiamo? E’ una domanda che mi si è seduta sul cuore, e sta lì da sempre. Cerca risposte, cerca strade, è un caterpillar che smonta colline, ara campi fioriti, colma dirupi pur di andare dove vuole. Cosa ne è di quei ricordi lì? C’è un posto dove vanno a finire i ricordi che dimentichiamo? Dove si riuniscono, ordinatamente, pronti per l’eventuale bagliore di memoria che potrebbe riportarli indietro?
Ecco, mi piacerebbe scrivere qualcosa su questo. Sui ricordi che scompaiono senza sparire, che si spengono senza essere dimenticati. Mi piacerebbe molto affrontare il tema dell’amore che si dimentica, del ricordo che si ama.
Non lo so, è un’idea. Ci penserò e vi farò sapere.
A presto.
Roberto