La copertina

Ora penso invece che il mondo sia un enigma benigno, che la nostra follia rende terribile perché pretende di interpretarlo secondo la propria verità.
Umberto Eco

Posso dire che mai come in questo caso è stato complicato scegliere l’immagine di copertina che potesse esaltare il contenuto del mio romanzo.

Tutte le altre volte mi sono ritrovato a scegliere tra due, massimo tre opzioni valide, quella che a mio gusto potesse essere la soluzione migliore. Stavolta le ipotesi sono state decine. Potete vederne alcune nella galleria qui sotto.

Io e Antonio Galati, amico innanzitutto, e poi grandissimo professionista, siamo partiti da suggestioni relative al concetto di equilibrio. Io gli ho sottoposto alcune immagini elaborate dall’intelligenza artificiale.

Gli ho proposto una ragazza simbolicamente in bilico su un muretto sulla città di Roma, dov’è ambientata la storia.

Le foto, per quanto molto belle e molto evocative, però non ci convincevano.

Abbiamo pensato quindi di percorrere due strade diverse: da una parte provare a rendere una delle foto un fumetto, dall’altra quella di elaborare il labirinto, altro elemento simbolico molto importante della trama. Per quanto belle, nessuna ci convinceva.

Quindi abbiamo ripreso la prima, primissima, proposta che Antonio mi fece basandosi sulle suggestioni che gli raccontai davanti a una piadina alla stazione Termini: due persone in equilibrio su un filo rosso che li collega, che li unisce.

Contemporaneamente la grafica dell’editore mi ha proposto un’altra soluzione, altrettanto bella, che sintetizzava l’idea del labirinto in maniera esteticamente convincente.

Il ballottaggio finale ha riguardato quindi le due immagini che vedete.

Ho fatto un piccolo sondaggio tra le persone che mi vogliono bene, con cui lavoro, con cui condivido la passione per la scrittura e ha vinto il filo rosso, che collega due disequilibri in maniera diretta e delicata, confusa ma ineccepibile.

Grazie Antonio, avevi capito tutto sin dall’inizio!

Grazie a chi mi ha dato un’opinione sincera.

Quante cose ci sono dietro un libro, mamma mia!

 

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