Scrivimi di questo tempo

 

“Scrivimi di questo tempo.
Scrivimi di questo tempo, te lo chiedo come cortesia, come necessità, come sfogo.
Scrivimi di questo tempo, di oggi, di stamattina, di storie che senti in tram,
o nei corridoi di un’università che non hai finito ancora.
Scrivimi di te e di ciò che saresti altrove, di loro che non ti amano abbastanza,
della società che non ti ama affatto.
O parlami d’amore,
parlami di foglie secche che ti cadono in mano,
di mani che raccolgono frammenti di vetro,
di tramonti che non esistono se non nei tuoi desideri,
e di futuri di cui si parla tanto, ma che poi vanno costruiti.
E allora scrivi, scrivimi di questo tempo.
Scrivimi di chi ti passa per le autostrade del cuore, chi ti colora le pareti rosa d’estate e bianche d’inverno.
Scrivi delle persone che ami, che non sono necessariamente quelle che ami già.
Scrivimi del presente che vivi, del futuro che vorresti.
Perché scrivere è un po’anche viverlo.”

Scrivimi di questo tempo è un progetto nato nel dicembre del 2007, in una di quelle sere in cui si è con le persone giuste, davanti a un tavolo, con mille parole da dire, e una penna e un bicchierino piccolo piccolo mezzo pieno di qualcosa di forte. Fuori freddo a tagliar le guance, dentro un caldo che le ricuce.

E all’improvviso ecco l’idea, tirata fuori come una colomba impigliata in una rete. Un’idea nata per scherzo, tanto per dire, che ha fatto persino sorridere. Ma che ha preso subito forma, dimensione, colore, profondità. Ed è volata in alto.

L’idea è semplice. Giovani che si raccontano, utilizzando lo splendido strumento della parola scritta. Giovani che giocano ad uscire allo scoperto, che sanno di esser giovani, adesso, e non esserlo per sempre. E sanno che ora, solo ora, tocca a loro vivere la stagione della vita in cui è ancora lecito parlare di futuro e poco nostalgico parlare di passato.

Essere giovani oggi. Che significa? Quali sono i temi a cui i giovani si sentono più legati? Quelli che temono? Quelli che riempiono i loro pensieri, le loro ansie, le loro gioie?

In circa tre mesi di lavoro sono arrivati più di 200 racconti da ogni parte d’Italia, da Udine a Palermo, da Lodi alla Sardegna, e questo testimonia la grande varietà di scritture, di trascorsi, di intimità presenti nel testo. Si è trattato di un inseguirsi di contatti, un inseguirsi di parole.

C’è stato fermento, talvolta voglia che si tagliava come pane e lasciava briciole, certezze che non esistevano, timori che saltellavano. E paura. Paura di esserci finito dentro con le scarpe, coi vestiti, col cervello. Attimi di malinconie, attimi di gioie.

Nel libro sono raccolti 21 racconti intorno al tema dell’essere giovani oggi. Racconti che entrano nella quotidiana urgenza di diventare uomini, come una stanza in cui si entra e si comincia a mettere in ordine. Racconti che sono storie inventate, o forse solo cronache di vita. O forse sogni, speranze disattese, vanità. Ognuno come una perla da infilare nella collana che la sta aspettando. Si è trattato di un vero e proprio progetto in itinere, senza nulla di deciso se non l’idea originaria.

[…] Poi la fine. All’improvviso. Come un quadro che inizi a dipingere dal centro e non sai fin dove arriverà, perché i confini non ti interessano molto, ti interessa solo che quel progetto ci sia, e che proceda per come ce l’hai in mente. Poi, d’un tratto, con le mani sporche di colori, ci piazzi una bella cornice e lo appendi al muro. E ti accorgi assurdamente che doveva essere proprio così, perché solo finendo in quel punto esatto ha raggiunto il senso che avresti voluto avesse.

[…] Questo è un libro pensato nei particolari. Un polso della nostra epoca, una foto che non sa sbiadire, un motivetto che ti resta in testa. Un vero e proprio caleidoscopio della nostra realtà. Qualcosa che non si dimentica.

[…] Nel corso di tutto questo progetto, di fronte a tante righe scritte fitte fitte, ho avuto modo, fortuna, occasione di respirare i futuri, avvertire le ansie, le preoccupazioni, abbracciare le speranze, condividere le motivazioni. Tutto questo è stato per me questo progetto. È stato vivere, prima ancora che raccogliere, leggere, scegliere, parlare. È stato vivere. Ed è stato l’ennesima conferma che la scrittura sa tenere accanto, oltre che raccontare. Sa stringere oltre che descrivere.

[…] Questo libro è un tentativo, una gioia, un sorriso.

Roberto Pallocca (estratti dall’introduzione al testo)

Info

Pagine: 172, brossura
Prezzo I ed.: € 12
Disponibile in: Italiano
Editore: EdiLet – Edilazio letteraria (Roma)
Pubblicazione: Prima ed. giugno 2008
ISBN: 978-88-87485-72-1

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