Disabitato
Dopo una tempesta così violenta, di una splendida città come la tua resta soltanto questo: ricordi.Ti guardi attorno, attonito, e cerchi appigli a quel che c’era, fino a poco tempo fa, proprio lì dove adesso vedi detriti, carcasse di auto, fango. Proprio lì dove il cancello bronzeo del parco è arenato tra i cumuli di ferraglia, i motorini, i cassonetti. Non c’è più nulla.
Almeno una parola
ADDIO IN FORMA DI RACCONTO All’improvviso non seppe che dire. Non trovava nessuna parola, neppure una, neppure una delle migliaia con cui giocava ogni giorno, che potesse essere adatta a quel momento. Una parola che potesse riaprire discorsi interrotti, detergere zigomi lisi da lacrime incessanti. Una parola che potesse far galleggiare speranze affondate come piombo dentro un mare di eventi e di cose che ricostruire sarebbe stato impossibile.
Involucri perfetti
La paura è di non capire più.Non capire quali parole ho per descrivere il rapporto con persone al di fuori di me. Amicizia, rispetto, affetto, amore, sembrano tutti termini appartenenti a un'altra epoca dell'esistenza. E non esagero.
Improvvisamente sento
Improvvisamente mi ritrovo alla fine di tante cose.Al gesto finale, al sipario, ai saluti, al congedo. Non è vero che gli addii sono dolorosi. Non sempre. Non per forza. Dipende cosa lasci, perchè e dopo quanto dolore. Ecco, sto dicendo addio a diversi aspetti di una vita, aspetti lampeggianti che hanno sempre meno la forza per illuminare.
Certi alti e bassi
Torno a scrivere sul blog dopo venti giorni, tanti, troppi.Il problema non è stata la voglia, ma quel che noi chiamiamo tempo, quell’assurda serie incatenata di impegni che a stento, talvolta, fa fare quel che uno vorrebbe, ma sempre e troppo spesso quello che dovrebbe. In questi venti giorni sono accadute tante cose, come è comune che sia in una vita, però talvolta certi alti e bassi lasciano segni che passano solo dopo stagioni.