In un’altra stanza
o BREVE STORIA DELLA NASCITA DI UN BLOGC’è un momento esatto in cui la casa in cui viviamo, quella che abbiamo comperato – o costruito – con mille sacrifici e spese, ci sta stretta. C’è bisogno di una stanza in più.Non è questione di abitudine, o di semplice spazio fisico, è questione di spazio adatto a fare ciò che si ha in mente di fare. Puoi avere a disposizione un campo da calcio, ma improvvisamente avverti un interesse smisurato per il nuoto.
Vorrei poter dire
SPERANZE IN FORMA DI RACCONTOVorrei poter dire che ci sarò, e saprò esserci quando tornerai. Vorrei poter dire che sarò in grado di rifugiare le paure sotto il tappeto, fare finta che non esistano, che non siano mai esistite.
Almeno una parola
ADDIO IN FORMA DI RACCONTO All’improvviso non seppe che dire. Non trovava nessuna parola, neppure una, neppure una delle migliaia con cui giocava ogni giorno, che potesse essere adatta a quel momento. Una parola che potesse riaprire discorsi interrotti, detergere zigomi lisi da lacrime incessanti. Una parola che potesse far galleggiare speranze affondate come piombo dentro un mare di eventi e di cose che ricostruire sarebbe stato impossibile.
Improvvisamente sento
Improvvisamente mi ritrovo alla fine di tante cose.Al gesto finale, al sipario, ai saluti, al congedo. Non è vero che gli addii sono dolorosi. Non sempre. Non per forza. Dipende cosa lasci, perchè e dopo quanto dolore. Ecco, sto dicendo addio a diversi aspetti di una vita, aspetti lampeggianti che hanno sempre meno la forza per illuminare.
Acquedotti e malinconia
Penso a quella sera e penso alle parole. Penso alle briciole e penso a quel che resta delle briciole quando le raccogliamo e le buttiamo via. Un ricordo? Un ricordo di briciole? Penso a quanto sia giusto, lecito, corretto, lasciar sedimentare sensazioni prima di parlarne, di scavicchiarsi il cuore, poggiarlo su un foglio fertile, all'attenzione del mondo. Un po' come una scritta maiuscola sull'asfalto sotto la finestra di casa tua, un po' come un mazzo di rose senza mittente recapitate al tuo indirizzo.
L’amore che non hai
Ci sono tante persone che soffrono per amore.E l’amore è la più grande ingiustizia del mondo. E’ lo zaino con cui scaliamo le vette della vita, ed è dolce portarlo sulle spalle, pensarlo pieno di cose belle. Ma atroce, lassù, scoprirlo pieno di sassi. E’ così l’amore, denuda. Spoglia come il caldo più cocente. Cambia i colori, abbassa tonalità, crea disegni personali per le lavagne di ogni cuore. Ma delude, a volte. E quando delude, non si torna indietro.
Le parole che non ho
Vorrei sapere che cosa sta succedendo intorno.Vorrei sapere se è così facile diventare un altro, se è così naturale prender la forma del recipiente che frequentiamo. Non lo so. O se è difficile restare chi si è, una goccia nell’azzurrità. Non ho parole.Vorrei sapere dove finisce tutto l’amore che rifiutiamo, i fiori che fingiamo di coltivare e calpestiamo mentre sbocciano. Le caramelle incartate che avremmo voluto mangiare insieme. I letti da disfare. I figli da cullare.
Parole di ROBERTA SCARNECCHIA
Amore... ancora AMOOOORE?...Handicap: FINALMENTE HANDICAP.Handicap nudo e crudo.Handicap vivo e orgoglioso, POTENTE.