L’imbarazzo della scelta
Potevo lasciar perdere, potevo insistere, potevo fare finta di nulla. Potevo dedicarmi alla gioia, solo a quella, e scansare il dolore come fosse un lebbroso, patetico.C’è chi lo fa. C’è chi si divincola, senza lasciarsi travolgere mai, da niente, da nessuno, restando sempre a distanza dalle fiamme, dai riflettori, da ciò che è importante. Pelle di marmo, occhi di vetro, cuore chissà. C’è chi vive a pochi metri dalla vita e gli sembra quello vivere. Starsene così, privo di coinvolgimenti, a contemplare, criticare, giudicare i coinvolgimenti altrui, e le altrui debolezze, le altrui priorità, le altrui scelte. Potevo farlo, e magari sarei stato più felice.
Sbagliando
Sbagliando si impara, si dice. Io sbaglio e imparo, ma continuo a sbagliare. Come funziona? Voglio dire: ci sarà un attimo in cui l’errore che ha portato ad una comprensione, ad un apprendimento, a una interiorizzazione dell’errore stesso saprà lasciarsi alle spalle il concetto stesso dello sbagliare. Esiste questo momento? Il momento in cui uno riesce a dire a se stesso “vabbè, ho sbagliato ancora, pazienza”, senza che quell’ennesimo errore diventi scandalo, nervosismo, dolore?
Melassa e carri armati
La carta dei pacchi regalo è ancora davanti agli occhi.Mezza accartocciata, magari, o buona per essere riutilizzata in altre occasioni, purchè non abbia qualcosa di evidentemente natalizio. Il conto alla rovescia per smontare l'albero di Natale, luminoso, intermittente. La neve sul Presepe è caduta da un pezzo, anche i personaggi più importanti preparano i sacchi, le borse. Sarà lungo il viaggio.