Circonferenze aperte
Capita a tutti, mi dicono così.Mi dicono che passa, che nemmeno fai in tempo a percepirne il peso e già hai altre storie con cui fare i conti. Mi dicono che è un giorno qualunque, un giorno semplice, alla fine, che non ha spessore ulteriore rispetto alle 24 canoniche ore di tutti gli altri. Mi dicono stai attento, mi dicono non aver paura, mi dicono ricordati sempre di noi, mi dicono dimenticaci. Poi mi guardano in silenzio, qualcuno, il più attento, mi dà una pacca sulla spalla, e dice auguri. Lo dice sussurrando, quasi fosse un segreto. E invece non lo è. Lo dicono tutti che non può essere un…
Il destino delle cornici
Chiunque, prima o poi, vive il momento in cui si ferma a tirare il fiato a bordo strada?Immaginate un corridore instancabile, che ha già girato il mondo solo con la suola delle sue scarpe, solo con l’energia dei suoi polpacci. Immaginatelo stanco, poggiarsi col palmo di una mano a una panchina occasionale, immaginatelo con gli occhi lucidi, stremato, forse felice, forse soddisfatto, ma talmente affaticato da dimenticarsi persino la ragione del suo viaggio, della sua continua ricerca di esistenza, di quel suo andare e andare senza arrivare mai.
E perdonami se non ritorno.
Scegliere un posto e chiamarlo arrivo. Quanto ci vuole? Un attimo, uno spazio, un pennarello. Cose semplici, alla portata di chiunque. Lo stappi e scrivi in stampatello ARRIVO. Poi ti siedi e ti riposi prima di una nuova partenza. Perché sei tu a decidere quando fermarti, sederti, respirare. Sei tu, non l’hai ancora capito?
La giostra e i polpastrelli
Lo so che a un certo punto ti passa la voglia.Che vorresti avere lo slancio solito con cui divori sensazioni, assaggi malinconie, accarezzi desideri. Eppure non c'è. Lo so che a un certo punto ti senti un po' meno proteso all'infinito, un po' meno slanciato. Un po' meno vivo. E so che può capitare, che è stanchezza, che è normalità, che è calo di concentrazione, calo di forza, calo di fiato. Lo so.
Al tempo giusto
Uscir fuori dalla settimana più densa dell'anno ha un sapore di apnea interrotta. Di fiatone denso, di fertilità.All'improvviso si torna a respirare, polmoni stanchi, torace indurito, occhi lucidi di pianto. Al tempo giusto, si torna sempre a respirare. La vita è questo, del resto, avere mille cose in fila, volerle far passare tutte quante dentro la serratura di una porta che conduce al futuro a cui ambiamo, che sentiamo caro per noi. Eccole lì, ordinate, una per volta, passano oltre.