Pantelleria, parole e meraviglia.
Un laboratorio di scrittura creativa nei luoghi più suggestivi di Pantelleria è stata un’esperienza che mi ha emozionato nel profondo. Nonostante io porti avanti questo progetto da ben 4 anni, questa versione compatta del laboratorio, durata incredibilmente appena 7 giorni, è stata intensa e bellissima. Parlare di storie, di idee, di personaggi, di Cechov, di Hemingway, di Saramago, sotto un faro acceso, su una scogliera a picco sul mare o sulle sponde di un lago incantato è stato meraviglioso. La scrittura ancora una volta si è confermata strumento di ricerca interiore, oltre che di semplice narrazione. Cercando le storie da raccontare impariamo a conoscerci. Condividere i racconti mentre prendono forma,…
La compagnia che fanno le parole
È capitato che qualcuno che non scrive ma è incuriosito da chi, come me, ci prova, mi abbia chiesto: “Rispetto a ciò che scrivi, che sentimento c’è? È vero che i libri sono come figli?” Prima di diventare padre, avrei risposto di sì. Adesso posso dire che non sono come figli – no, quello no – ma sono compagni di viaggio che ci creiamo per sopravvivere a certe stagioni della vita. E stamattina sfogliando la cartella, le cartelle, in cui ho i progetti di scrittura che porto avanti, mi sono accorto che “Asciugami gli occhi“, il mio nuovo romanzo che uscirà a Giugno ’21, mi tiene compagnia almeno dal 2008,…
In un’altra stanza
o BREVE STORIA DELLA NASCITA DI UN BLOGC’è un momento esatto in cui la casa in cui viviamo, quella che abbiamo comperato – o costruito – con mille sacrifici e spese, ci sta stretta. C’è bisogno di una stanza in più.Non è questione di abitudine, o di semplice spazio fisico, è questione di spazio adatto a fare ciò che si ha in mente di fare. Puoi avere a disposizione un campo da calcio, ma improvvisamente avverti un interesse smisurato per il nuoto.
2013 – Una dichiarazione d’amore
Funziona ancora tutto quanto. Ne sono passati di anni, eppure gira tutto come se fosse il primo giorno. Sei funzionale, efficiente. Mi basti. Non mi lamento. Sembri uno degli ultimi modelli, e invece sei un computer di molto tempo fa.
Scrivevo
Non capitava tutti i giorni, non ne avevo il tempo. Però capitava spesso, tempo fa. Scrivevo.Non era un semplice rituale, neppure abitudine. Non si trattava di un passatempo, di un hobby, o di un’attitudine che possedevo e che mi consentiva di esistere nel modo più prossimo a quel che avrei voluto. Non saprei spiegare perché si scrive. Si fa e basta.
Circonferenze aperte
Capita a tutti, mi dicono così.Mi dicono che passa, che nemmeno fai in tempo a percepirne il peso e già hai altre storie con cui fare i conti. Mi dicono che è un giorno qualunque, un giorno semplice, alla fine, che non ha spessore ulteriore rispetto alle 24 canoniche ore di tutti gli altri. Mi dicono stai attento, mi dicono non aver paura, mi dicono ricordati sempre di noi, mi dicono dimenticaci. Poi mi guardano in silenzio, qualcuno, il più attento, mi dà una pacca sulla spalla, e dice auguri. Lo dice sussurrando, quasi fosse un segreto. E invece non lo è. Lo dicono tutti che non può essere un…
La proprietà salvifica della scrittura
A saperlo forse avrebbe cominciato molto prima. Avrebbe preso un foglio, innocente, e l’avrebbe sporcato senza timore, senza ritegno, senza pietà.
Quasi
LOGORE MEMORIE DI UN GIOVANE CHE ASPETTA UN FUTUROHo quasi trent’anni e dentro me ne sento forse dieci e forse cento. La mia età ha tutto quel che deve avere, i capelli bianchi qua e là, le prime noie, i primi rimpianti che prendono consistenza, gli occhi un po’ più lucidi, ma è solo stanchezza, per carità. Non mi lamento mica. C’è anche tanta vitalità, quasi una casa, quasi un passato già buono per essere raccontato. E sono quasi padre e quasi figlio. Perché non sono ancora l’uno, e non più l’altro. E provo quasi una gioia.
Oggetti smarriti
Quante cose perdiamo nella vita? Quante persone? Quante sensazioni, che condividevamo con qualcuno senza saperlo e che ci facevano stare in uno stato di inconsapevole dolcezza, all’improvviso non le proviamo più?
Queste parole
Le mie parole sono un pozzo. E io ci sono finito dentro.Un pozzo largo, che sembra una stanza matrimoniale, che sembra una sala da ballo. Poco illuminato, ma profondo, profondissimo, umido. Un pozzo che sembra assurdo definire accogliente, ma lo è. Lo è davvero. E ci sono finito dentro mentre passeggiavo nella vita come su un lungomare, strascicando i piedi stanchi di pianure e asfalto.
Si sta facendo sempre più tardi
Si sta facendo sempre più tardi. Sempre più tardi. L’orologio impazzisce, il ventre stretto della clessidra si allarga a dismisura. Si sta facendo sempre più tardi, lo senti chiaramente. Ti guardi intorno, con una piroetta, e vorresti dirti che non è così, ma il mondo ti cambia addosso, ti cambia sopra, ti rovina sulla schiena, ti frana sulle mani. E spesso raccogli cocci di qualcosa che nemmeno ricordi.
Quando tornano i conti
I conti tornano quando hai smesso di aspettarli. All’improvviso. Tu hai appena chiuso la porta, ti sei ritirato, fuori pioveva a dirotto, la pioggia batteva sulle imposte, ticchettava sui vetri, bagnava fino quasi alla soglia della tua persona. Sei rimasto lì a guardare, sperando smettesse presto, che avevi molto da fare, ma dovevi farlo al sole.
Il coperchio del cuore
Mese intenso, natalizio, decisamente diverso. Non per sempre che spunta fuori all’improvviso, come il beccuccio di un pulcino da un uovo, e cerca di dire qualcosa. Qualcosa di semplice. Un timore, una speranza, un futuro, una decisa e svuotata sofferenza.
Quello che sanno di noi
Di me sanno che scrivo.Sanno che all'improvviso la testa mi ha chiesto parola, il cuore pure, e mi sono messo davanti a una tastiera a ticchettare, quasi inconsciamente, quasi follemente. Che il giorno prima scrivevo sì, ma la lista della spesa, l'elenco di chi gioca a calcetto stasera, un tema, una lettera a un amico lontano, e il giorno dopo, invece, l'idea malsana di cimentarmi in una storia.
Volontà e altre simili sciocchezze
Ti manca il fiato, hai corso molto non è vero? Eppure guardi l’orizzonte e lo vedi lontanissimo. Ancora lontanissimo. I polmoni bruciano d’aria gelida, le gambe fanno un male lancinante. Gli occhi non sanno quasi più restare aperti. Ma non sei ancora arrivato da nessuna parte.